Come dice un vecchio detto salentino, per sapere dove stai andando devi sapere da dove vieni, per questo è importante conoscere la storia dei fatti e di come si sono verificati gli eventi.
La storia delle Associazioni Antiracket costituisce ragione di orgoglio per la ns. Provincia verso la quale bisogna portare rispetto, in quanto espressione di una ferma resistenza da parte dei cittadini alle attività criminose e di una forte volontà di riscatto, nei confronti dell’illegalità .
Associazioni Antiracket : semplici cittadini, imprenditori, commercianti, che nella paura hanno trovato il coraggio di difendersi riunendosi in associazioni e denunciando gli estorsori;
Non è da oggi che le Associazioni Antiracket svolgono un ruolo volutamente riservato e poco visibile ma fortemente attivo di contrasto al racket e all’usura, richiamando l’attenzione delle istituzioni sul pericoloso radicarsi del fenomeno estorsivo nella ns. provincia.
Nei primi anni 90, effettivamente vi è stata una incertezza iniziale da parte delle istituzioni nell’affrontare il fenomeno: Ma anche noi imprenditori eravamo disorientati, storditi; infatti lo scoppio delle bombe che oltre a causare ingenti danni materiali alle aziende, devastava la serenità famigliare metteva in crisi le attività produttive imprenditoriali e commerciali.
Poi il vento è cambiato:- contestualmente alle associazioni antiracket siciliane e calabresi, nascevano le Associazioni a S.Vito dei Normanni, Sandonaci, Cellino S.M, Ceglie , Francavilla, Latiano, Brindisi, Lecce Trepuzzi, Casarano ed infine anche Mesagne e Campomarino.
Negli anni si è scatenato un tam-tam di libertà: si è passati dalle prime timorose denunce, alla costituzione di parte civile, alle accuse nei tribunali. I cittadini coraggiosamente e con orgoglio puntarono senza indugiare il “dito della Legalità” contro i malavitosi, fu sì, che arrivarono agli arresti, i maxi processi, le condanne.
Un ringraziamento particolare va fatto ai molti uomini sono che si sono sacrificati in quella lotta. I cittadini non furono abbandonati. Molti i Magistrati che s’impegnarono in prima persona spalancando le porte delle Procure, molti giovani carabinieri e poliziotti che sentivano sulla propria pelle il fenomeno, di quella lotta ne fecero una questione di orgoglio personale, tant’è che anche dopo gli orari di servizio portavano solidarietà con loro presenza alle vittime prese di mira dalla criminalità incoraggiandoli a resistere e non lasciandole isolate.
Perché quando si resta indietro, quando si rimane isolati, spesso si è costretti a cedere o fallire – < Gli sciacalli, i predatori di vite, sanno perfettamente che il momento migliore per azzannare la preda, è quando la vittima prescelta è isolata o in difficoltà >
Ma grazie al cielo oggi non è più così. E vero ci sono delle considerevoli situazioni di pericolo. Ma non è così , noi siamo di più e lo abbiamo dimostrato, e continueremo a dimostrato ogni giorno.
Non lo abbiamo consentito in passato, che la nostra splendida terra venisse continuamente azzannata e stuprata da un manipolo di delinquenti, e non lo consentiremo adesso: – Noi eravamo di più , ed abbiamo vinto! Oggi siamo di più ancora. Non c’erano ancora leggi antiracket , ma era forte la volontà di essere liberi di vivere e di lavorare.
Perciò, questo l ‘appello che va fatto oggi ai rappresentanti delle Istituzioni :< Siete stati nominati dal destino per mantenere viva la speranza, non rubate la speranza a chi oggi è in difficoltà, perché spesso, è proprio la speranza che mantiene viva la vita!>
Il vostro ruolo primario è quello di non abbandonare chi ha creduto e chi crede nello Stato, mettendo a repentaglio la propria famiglia il proprio lavoro la propria serenità di vita.
Le istituzioni non devono essere l’incubo degli imprenditori, dei commercianti dei lavoratori delle imprese. Devono esserne i promoter.
I loro suggerimenti verso chi meritevolmente ha bisogno di essere aiutato, devono essere il certificato di garanzia che porta verso la soluzione dei problemi e non l’ossessione che porta verso la fine. Non abbiate paura della solidarietà!
Siamo nella stessa barca, solo se remiamo tutti compatti in un unica direzione possiamo farcela.
E qui penso sia doveroso un pensiero verso le vittime delle stragi bianche . Gli imprenditori che non hanno retto la vergogna del veder chiudere o fallire a la propria azienda. Dalla fine de 2012 ad oggi sono oltre 600.., gente come noi, “Italiani”, che hanno preferito morire in piedi anziché viere una intera via in ginocchio.
Basta con l’ inconcludenza di leggi e protocolli le cui parole ormai si sono rese incomprensibili e svuotate dal loro significato in quanto non garantiscono i diritti delle vittime, si dovrebbe sottoscrivere il protocollo delle coscienze, ed istituire un “Ministero della Solidarietà”!
Non facciamo in modo che prevalga l’ipocrisia . Non giriamoci dall’altra parte quando vediamo qualcuno che ha bisogno. Non abbandoniamo chi resta indietro.
In un campo così delicato, in cui spesso è in gioco la sicurezza e la vita di coloro che si sono opposti al racket e l’usura, non possono realizzarsi risultati duraturi senza una “reale e concreta” alleanza tra Cittadini, Associazioni ed Istituzioni.
Oggi credo proprio che questa alleanza si possa fare se ognuno di noi svolgendo il proprio ruolo, fa il proprio dovere!